•  Antonio Barone (attore-produttore)

• Come descriveresti questa serie?

Il male è parte determinante in “Testa marcia” il maniaco della
serie. Farà parlare molto di se e anche del modo di giocare con le
sue vittime molto sadico , ci sarà molta suspense, molto mistero non
si capirà subito, successivamente, io amo definirlo un “Beautiful”
horror.


• Il tuo personaggio? 

Il mio personaggio è il maniaco”Testa Marcia” il quale è una
persona che ama catturare le sue vittime per poi giocarci fino a far
credere che qualcuno ce la può fare ma è solo illusione ; poi egli
prova un sentimento di affetto nei confronti di qualcuno e ogni
parola detta da quella persona per lui è un ordine da obbedire , però
non si scoprirà subito.

• Cosa ti ha colpito della sceneggiatura del tuo personaggio?

La cattiveria e la freddezza che usa nei confronti delle sue vittime,
nel momento della cattura ecc.
Com'è andata con gli altri attori?
Ci siamo trovati tutti bene, anche perché prima che iniziassero le
riprese, alcuni mesi prima ho creato un gruppo su WhatsApp e loro
sono stati sempre informati su ciò che accadeva , sui movimenti
della produzione. Abbiamo avuto intoppi con qualche attore e
attrice poco seri che meno di 24 ore ci hanno abbandonato e su due
piedi si è dovuta modificare la sceneggiatura

• Cosa speri per il futuro della serie?
Spero che abbia successo! Che il pubblico apprezzi il modo di come
abbiamo girato in modo semplice, senza particolari tecnologie
d’avanguardia, ma che allo stesso tempo siamo riusciti a incutere
paura, curiosità. Sono state fatte spese contenute però abbiamo
cercato di dare qualità e speriamo di avere tantissimi fan che siano
spinti dalla curiosità per venire a visitare Nettuno e il Laghetto
Granieri.


• Paola Lanfranco (produttrice)

• Cosa ti ha spinto a creare insieme ad Antonio Barone questa serie?

Soprattutto Antonio, essendo mio marito e passeggiando per
Nettuno una sera, ci siamo fermati vicino a una Escape Room e
Antonio stava già elaborando il soggetto , da lì mi sono innamorata
del progetto e poi lui già da tempo aveva in mente di fare qualcosa
al laghetto Granieri è un posto bellissimo ma in inverno è di un
freddo che fa accapponare la pelle.


• Mi racconti se c'è stato un momento durante le riprese che ti ha
affascinato?

Vedere recitare le mie figlie, soprattutto la mia figlia maggiore
perché era la prima volta che lo faceva, mentre l’altra avevo già
avuto il piacere di vederla recitare , sono orgogliosa prima come
mamma e poi come produttrice.


• Luca Salvi regista:

• Mi dici cosa pensi di"No escape"?

Trovo che "No Escape" sia sicuramente un progetto
ambizioso, sicuramente tentato in passato ma riproposto con
un nuovo punto di forza: l'italianità di un cinema ormai andato
perduto... Siamo abituati a un horror nato da decenni di
stereotipi e cliché, con questa serie non pretendiamo né
proviamo ad evitarli con il rischio di cadere in una banalità
priva di sostanza, ma di donargli una nuova lettura, una
nuova potenza...

• in particolare da cosa sei rimasto affascinato di questa serie?

Ciò che mi ha affascinato fin da subito della serie,
ricollegandomi inevitabilmente alla prima domanda,
è come questa fin da subito faccia dell'ambientazione sia
geografica che sociale il suo punto di forza..
Questa infatti non tenta di scimmiottare prodotti americani
(con l'inevitabile fallimento che ne deriverebbe) ma ripropone
l'horror all'italiana con personaggi in tutto e per tutto italiani.

• Qual è stata la scena più difficile che hai girato?

La scena più difficile che abbiamo girato è stata sicuramente
quella in cui abbiamo dovuto simulare "la desolazione e il
dolore di un uomo abbandonato a “sé stesso".. tecnicamente non ha rappresentato nulla di infattibile, tuttavia rendere in

modo credibile e comunicativo la performance di un attore
esclusivamente tramite gemiti di dolore e mimica posturale,
dovendo anche esprimere diverse emozioni
contemporaneamente, è stata sicuramente una delle
imprese più difficili che abbia dovuto sostenere nella mia
carriera.

• Il protagonista, puoi descriverlo?

Essendo una serie a stampo corale mi viene difficile
individuare un vero e proprio protagonista, forse
potrebbe esserlo il maniaco nella concezione più antieroica
del termine...Ci troviamo di fronte a un personaggio
"fantasma", lo vedremo poco nell'episodio pilota, ma la sua
presenza rimarrà costante per tutta la durata del
cortometraggio: non vi sarà un attimo in cui l'incombenza di
questa figura, di cui purtroppo non posso approfondire
ancora i tratti in quanto ricadrei inevitabilmente nello spoiler,
non sarà asfissiante per lo spettatore, pure quando la
tensione cala e vi è uno stacco su altri personaggi, altre
scene, il pubblico non potrà che chiedersi quando "Testa
Marcia" colpirà di nuovo.

• Cosa pensi che il pubblico si aspetti dalla prima puntata?

Per come è stata gestita la distribuzione non posso che
pensare che il pubblico si aspetti una rivisitazione dell'horror
all'italiana vecchio stampo, tuttavia ciò che mi preme non è
tanto soddisfare le aspettative degli spettatori, quanto stupirli
per crearne di nuove e, di volta in volta, tra una puntata e
l'altra, creare sempre un genere di aspettativa diversa.

• Come valuti l'horror in Italia?

Partendo dal presupposto che non sono nella posizione di
valutare un genere cinematografico a cui io stesso ho preso
parte, seppur nel mio piccolo, posso comunque dare una mia
opinione: ormai l'horror (e mi riferisco al mercato globale dato
che parliamo di un filone che praticamente non viene più
prodotto in patria) vive di riproposizioni di vecchie storie
raccontate tramite nuove strutture; jumpscare, cliché e
occulto sono diventate le parole chiave del genere, tuttavia
ultimamente sembra esserci una nuova proposta, e in quanto
primo tassello di un cambiamento sostanziale, sono convinto
che dai più non verrà, ed è stato, capito a pieno (un buon
esempio è "The Neon Demon" di Nicholas Widing Ref).

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